Archivio mensile:febbraio 2011

Pollo all’arancia (Buoni da morire #1)

Incomincio qui un’altra rubrica (come al solito saltuaria ed eventuale), stavolta di cucina. Da un po’ mi diletto a sporcare la cucina nel mio appartamento provando ricette trovate su internet o suggerite da amici. La prima ricetta che propongo mi è stata suggerita da una carissima amica (incidentalmente anche collega di lavoro, ma prima di tutto amica) e il mio primo pensiero assaggiandola è stato “Buona da morire!“. Da qui il titolo della nuova rubrica: Buoni da morire, appunto.

La ricetta è facilissima e veloce, ideale per cominciare a sporcare la cucina senza demoralizzarsi.

Ingredienti

  • Petti di pollo
  • Olio (mi raccomando extravergine di oliva, che è più buono e fa meno male!)
  • Burro (io però non l’ho usato, solo olio)
  • optional: un po’ di cipolla
  • Arance
  • Farina
  • Sale
  • Pepe

Come potete vedere mancano le quantità, io sono andato ad occhio anche perché la ricetta è facile. Nel mio caso ho preparato 3 petti di pollo, ho usato due arance e poco olio.

Preparazione

Tagliare il pollo a bocconcini (o a dadini, se ci si sente particolarmente geometrici), infarinarlo (io l’ho fatto un bocconcino alla volta, con molta cura) e farlo rosolare in una padella antiaderente per un po’, fino a raggiungere una leggera doratura, salare e pepare a piacimento. Nel frattempo spremere le arance per benino evitando di buttare la polpa. Quando i bocconcini sono sufficientemente dorati (in pratica quando non vedete più parti rosa) si aggiunge il succo e la polpa di arancia nella padella. Si fa evaporare il tutto a fuoco alto, mescolando di continuo (qui i puristi userebbero un cucchiaio di legno, io mi sono ritrovato con un cucchiaio di metallo in mano e sfido chiunque a distinguere la cosa una volta servito!) fino a ottenere una bella cremina (che può variare dall’arancio chiaro al quasi rosso, dipende dal tipo di arancia usata). That’s it. Godetevi il profumo di agrumi, il gusto del pollo e il retrogusto delicato dell’arancia, pronunciando mentalmente una preghiera di ringraziamento (a mo’ di mantra buddhista) alla mia amica (se ci scappa, una anche per me!).

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